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“Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi” di Massimo Chiriatti
Il tema dell’Intelligenza Artificiale è molto dibattuto, ma il suo significato cambia a seconda delle convinzioni di chi lo usa. C’è chi lo considera un naturale passo in avanti della tecnologia, c’è chi gli attribuisce effetti provvidenziali e chi lo reputa assolutamente dannoso per l’uomo. In ogni caso, attribuirgli il giusto valore è una delle grandi sfide del nostro tempo.
E’ per questo che oggi abbiamo deciso di proporvi il libro “Incoscienza artificiale. Come fanno le macchine a prevedere per noi” di Massimo Chiriatti, edito Luiss University Press, nel 2021. Un saggio che secondo le parole dell’autore “separa il segnale dal rumore” con l’obiettivo di ridurre la complessità dell’argomento.
Massimo Chiriatti, Chief Technical e Innovation Officer di Lenovo, autore del Manifesto Blockchain Italia con Marco Bentivogli e del libro “#Humanless L’algoritmo egoista” (Hoepli, 2019), con la mente dello studioso e l’occhio dell’addetto ai lavori analizza la natura dell’intelligenza artificiale e le implicazioni della sua continua e sempre più profonda interazione con l’uomo.
Una macchina intelligente in grado di prendere decisioni al posto dell’uomo: se pensiamo sia questa la definizione di intelligenza artificiale, sbagliamo. Anche se sempre più sofisticate, infatti, le macchine sono pur sempre dei meri esecutori di istruzioni impartite dall’uomo sotto forma di numeri e formule, che poco hanno a che vedere con facoltà tipicamente umane come le emozioni, il coraggio, la responsabilità o l’immaginazione.
L’intelligenza artificiale (IA) è una disciplina che ci aiuta a studiare le orme del passato per suggerirci i passi del futuro. Le macchine non hanno una ‘intelligenza’ nel senso umano del termine, non sono in grado di comprendere il contesto. Fatto ancora più importante: non comprendono la relazione causa-effetto. Pensiamo, spiega l’autore in un’intervista, all’immagine di un essere umano e una macchina davanti allo specchio. Il primo si riconosce, ha un’emozione; la macchina, invece, pur avendo “imparato” milioni di immagini, non è capace di riconoscersi, perché non ha coscienza. La coscienza è, infatti, la capacità di sentire i sentimenti, come il dolore, il piacere, l’amore e l’odio. Non c’è intelligenza senza il coinvolgimento umano, per questo l’autore nel libro parla di “incoscienza”. Che fare allora? Nel mondo totalmente digitale nel quale siamo immersi un passo indietro non è più possibile né auspicabile. Dovremmo usare l’AI come suggeritrice e non per prendere decisioni al posto nostro. Dovremo prendere una scelta, stavolta da soli, su quale direzione prenderà il rapporto tra l’intelligenza artificiale e la nostra capacità di agire secondo coscienza. E in questo processo diventa opportuno considerare i rischi, mettendoli però nella giusta prospettiva, a confronto con gli enormi benefici che potremmo ottenere dall’IA, perché resta sempre una disciplina a disposizione degli esseri umani: siamo noi che dovremmo tutti insieme valutarne l’efficacia. Incoscienza artificiale è dunque una riflessione sul ruolo che avremo nel mondo che verrà: saremo ancora noi a decidere, secondo Chiriatti, se ci mostreremo in grado di governare l’enorme potenziale tecnologico che abbiamo tra le mani, guidando le scelte delle intelligenze artificiali con consapevolezza, coraggio ed emozioni del tutto umane.
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DATA: 23 LUG 2022
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